WEB 3.0 (o come è più comunemente noto " Web3 ") è un insieme di idee relativamente vaghe su come dovrebbe apparire e funzionare il Web futuro. Attualmente siamo da qualche parte tra il mondo del Web 2.0 e quello del Web 3.0 e la forma esatta del Web futuro non è definita in alcun modo. Esploreremo cos'è Web3 e esamineremo alcuni esempi specifici di tecnologie che si adattano allo stampo Web3 .

Internet e il Web sono diversi^(Different)

Un fatto importante di cui devi essere consapevole prima di iniziare qualsiasi discussione sul Web è che è diverso da Internet. Internet è l'apparecchiatura di rete fisica e i computer che mantengono il mondo connesso, insieme al protocollo Internet che descrive il modo in cui tutti questi dispositivi parlano tra loro. Se vuoi saperne di più sull'architettura di Internet, dai un'occhiata a Chi possiede Internet? Spiegazione dell'architettura Web^{(Who Owns the Internet? Web Architecture Explained)} .

Il Web è un tipo di servizio (o gruppo di servizi) che viene eseguito su Internet. È la parte più comune di Internet rivolta all'utente, ma altri servizi (come FTP o BitTorrent ) non fanno parte del Web. Condividono semplicemente la stessa larghezza di banda.

L'evoluzione del Web : Web 1.0 e Web 2.0 spiegati

Il World Wide Web si è affermato per la prima volta a metà degli anni '90. Questo è ciò che ora viene considerato Web 1.0 . I primi siti Web erano ospitati in molti luoghi. Alcuni erano su server di grandi dimensioni all'interno del reparto IT di un'azienda e altri erano ospitati sui computer domestici delle persone. I contenuti Web^(Web) non erano ancora centralizzati nei giganteschi data center che conosciamo oggi.

I contenuti Web 1.0 erano principalmente pagine ^{(Web 1.0)}Web statiche di "sola lettura" che non erano interattive. In altre parole, visiteresti un sito Web per ottenere informazioni, ma non gli restituiresti alcun dato. Questa è la differenza fondamentale tra Web 1.0 e Web 2.0 . 

Con il Web 2.0^{(Web 2.0)} , le informazioni hanno iniziato a fluire in entrambe le direzioni. Questa era l'era delle piattaforme di social media e dei contenuti generati dagli utenti. Su questo social web, gli utenti finali mettono le loro foto, informazioni personali e altro sui social network come Facebook e LinkedIn , dove tutti possono vederle. 

I servizi di hosting hanno iniziato a centralizzare nei data center di proprietà di una piccola manciata di potenti società tecnologiche. I browser Web sono diventati così avanzati da poter eseguire essenzialmente applicazioni Web con una sofisticata grafica 3D.

I dati degli utenti^(User) sono il bene più prezioso per queste organizzazioni, che li usano per potenziare l'eCommerce o venderli a giocatori di terze parti. Il gigante dei motori di ricerca ^(Search)Google è forse l'esempio più famoso. Tuttavia, aziende come Microsoft e Amazon investono nella fornitura di servizi Web centralizzati che assorbono i dati personali e li convertono in informazioni redditizie.

I valori del Web3

Al centro, l'idea di Web3 è un Web che non è controllato da un piccolo numero di autorità centrali. Che si tratti di governi o aziende è irrilevante, Web3 (teoricamente) mette i dati degli utenti e i contenuti Web nelle mani degli utenti. Consente inoltre un Web in cui gli utenti possono trarre profitto direttamente dai propri dati e da tutti quei soldi che si spostano sul Web ogni giorno.

Il termine “Web3” è stato coniato nel lontano 2014 da Gavin Wood , co-fondatore della blockchain di Ethereum , di cui parleremo poco dopo.

Web3 è pensato per conformarsi a valori specifici. Per prima cosa, è decentralizzato e non ha un'autorità centrale che possiede tutti i dati e ne trae profitto. Le applicazioni Web3^(Web3) sono open source. Ciò significa che tutti possono guardare in modo trasparente gli algoritmi e le funzioni del software in un'app senza la possibilità di intrufolarsi nelle backdoor.

Quindi, in sintesi, Web3 è un Web democratizzato basato su un'applicazione open source che offre agli utenti il ​​controllo completo dei propri dati e i mezzi per condividere i profitti generati dai propri contenuti.

Tim Berners-Lee e il vecchio Web 3.0

C'è un po' di confusione perché un altro concetto completamente diverso chiamato Web 3.0 è stato coniato dal “padre del web ” Tim Berners-Lee . Il World Wide Web Consortium ( W3C ) ha delineato il Web 3.0 (il " ^{(Web 3.0)}Web semantico ") come un'estensione dello standard della tecnologia Web .

Il web semantico può essere più difficile da capire rispetto a Web3 . Tuttavia, si riduce a standard formali di metadati che consentono tutti i tipi di operazioni da macchina a macchina, che a loro volta consentirebbero una comprensione semantica del contenuto web.

In pratica, questo Web 3.0 non è diventato una realtà, sebbene la moderna tecnologia Web possa già fare alcune cose che l' idea Web 3.0 descrive. Non diremo di più sul web semantico qui, ma tieni presente che alcune cose che potresti leggere sotto l'etichetta Web 3.0 riguardano qualcosa di completamente diverso da Web3 , mentre " Web3 " si riferisce solo a ciò di cui stiamo discutendo qui.

Ora che abbiamo chiarito la differenza tra Web 3.0 e Web3 , diamo un'occhiata ad alcune tecnologie Web che si qualificano come Web3 .

1. Tecnologia Blockchain

La tecnologia Blockchain^(Blockchain) è forse l'unica tecnologia che più ha ispirato l'idea di Web3 , e quindi è l'esempio più istintivo. Molte altre tecnologie Web3 si basano su una blockchain per funzionare, quindi è fondamentale per Web3 .

Per una spiegazione approfondita della tecnologia blockchain, dai un'occhiata a HDG Explains: Cos'è un database Blockchain? ^{(HDG Explains: What Is a Blockchain Database?)}Ma se non hai tempo, ecco il succo della questione.

La blockchain è un libro mastro o un record di transazioni. La blockchain esiste nella sua interezza su più computer sparsi su Internet. Ogni volta che un nuovo "blocco" di transazioni viene aggiunto alla catena, tutte le copie del database devono concordare ed essere modificate. Tutte le transazioni sono aperte al pubblico e permanenti. 

Qualsiasi tentativo di interferire con il record danneggia la catena e poiché le copie convalidate del database sono sparse in tutto il Web, nessuna autorità centrale può controllarlo. La tecnologia Blockchain^(Blockchain) può essere utilizzata per qualsiasi applicazione per tenere un registro delle transazioni, ma la maggior parte delle persone la associa alla criptovaluta, cosa che affronteremo in seguito.

2. Criptovalute

La criptovaluta^{(Cryptocurrency)} (nota anche come "cripto") è denaro digitale decentralizzato che non è controllato da alcun governo o autorità centrale come una banca. La criptovaluta^{(Cryptocurrency)} utilizza la tecnologia blockchain per registrare quanta valuta c'è e chi ne detiene quale importo.

La fornitura di criptovaluta viene aumentata attraverso il "mining", che fornisce potenza di calcolo per eseguire la blockchain in cambio di nuova valuta. Almeno, è così che funziona con le criptovalute "classiche" come Bitcoin . Nel caso della blockchain di Ethereum , ad esempio, gli utenti finali pagano una "commissione gas", che viene ricevuta dai minatori di Ethereum che elaborano le transazioni.

3. Offerte iniziali di monete (ICO)

Le offerte iniziali di monete^(Coin) sono legate alle criptovalute perché le "monete" offerte sono criptovalute. Quando inventi un nuovo tipo di criptovaluta (presumibilmente con un'innovazione entusiasmante), hai bisogno di soldi iniziali per far girare la palla.

Le persone che investono denaro in un ICO stanno acquistando la tua criptovaluta mentre non vale nulla, sperando che, come Bitcoin ed Ethereum , il valore della criptovaluta esploda e faccia loro una fortuna dall'oggi al domani.

Gli ICO^(ICOs) a volte vengono venduti più come azioni di una società, sebbene non conferiscano alcuna proprietà agli acquirenti. Il valore delle monete è quindi legato al valore che promettono di essere l'azienda o i suoi prodotti. Questo è il motivo per cui le ICO^(ICOs) sono state così popolari tra le startup alla ricerca di finanziamenti alternativi che non coinvolgano una banca, investitori angelici o capitali di rischio. 

C'è stato molto clamore intorno agli ICO^(ICOs) , ma anche le truffe^(scams) li hanno afflitti e molte persone hanno perso i loro soldi. Questo perché le ICO^(ICOs) non sono ancora regolamentate come lo è un'IPO^(IPO) ( Initial Public Offering ) e chiunque può lanciare un ICO .

4. Token non fungibili (NFT)

Questo è probabilmente uno di cui hai già sentito parlare, ma gli NFT^(NFTs) sono un'altra pietra miliare di Web3 . Gli NFT^(NFTs) sono essenzialmente una forma di crittografia, ma ogni NFT è unico e non può essere scambiato con un altro. Ecco cosa significa la parte non fungibile del nome. Gli NFT^(NFTs) sono collegati a risorse digitali o fisiche nello stesso modo in cui l'atto di proprietà cartaceo di una casa rappresenta la proprietà. 

Un grosso problema è che qualsiasi autorità legale non riconosce necessariamente le NFT^(NFTs) , quindi in definitiva, tutto ciò che stai acquistando a questo punto è il controllo su una stringa di lettere e numeri. Tuttavia, poiché la tecnologia NFT si evolve e forse trae vantaggio dalla legislazione, ciò potrebbe cambiare.

Se sei interessato a saperne di più sugli NFT^(NFTs) , dai un'occhiata a 5 app per creare NFT sul tuo iPhone e come venderli^{(5 Apps to Create NFTs on Your iPhone and How to Sell Them)} .

5. App decentralizzate (dApp)

Quando utilizzi un servizio basato su cloud come Google Docs , stai utilizzando un'app centralizzata. Google ha accesso a tutte le informazioni nei tuoi documenti, può leggerle tutte e controllarle. Il compromesso è che possiamo archiviare le nostre informazioni nel cloud, collaborare facilmente con gli altri e godere di un lungo elenco di altre comodità delle app cloud.

Ma cosa accadrebbe se potessi usufruire dei vantaggi di questi servizi cloud senza sottoporti a un'autorità centrale? È qui che entrano in gioco le app decentralizzate o "dApps". La maggior parte delle dApp utilizza la blockchain di Ethereum per eseguire i propri calcoli online, in modo che il calcolo venga pagato utilizzando le commissioni "gas" di  Ethereum .

Tuttavia, le dApp sono conformi ai requisiti Web3 per essere pubbliche, open source e protette tramite crittografia. In questo modo gli utenti di dApp controllano i propri dati e chi può vederli mentre beneficiano della potenza di elaborazione basata su cloud per eseguire qualsiasi funzione per cui una specifica dApp è progettata. Se vuoi vedere quali dApp sono disponibili, controlla il nostro Stato delle dApp^{(State of the dApps)} , che registra le più importanti.

La blockchain di Ethereum è progettata per supportare le tecnologie Web3 da zero e ha persino una libreria JavaScript dedicata chiamata Web3.js per aiutare gli sviluppatori ad avviare rapidamente i loro progetti Web3.

6. Contratti intelligenti

Se compri un'auto oggi e prendi un prestito dalla banca per farlo, ci sono un sacco di scartoffie coinvolti. La banca stipula con voi un contratto che descrive i diritti e gli obblighi di entrambe le parti. Secondo il contratto, in caso di mancato pagamento, la banca deve imporre azioni specifiche (come il recupero dell'auto) in base all'accordo.

I contratti intelligenti possono svolgere esattamente lo stesso lavoro, ma non richiedono un'autorità centrale per far rispettare o monitorare nulla. Il tutto avviene in automatico secondo le regole e le logiche del contratto.

Gli smart contract consentono di fornire servizi finanziari, o di stipulare accordi legali tra le parti, in modo molto più conveniente rispetto ai contatti tradizionali. Sono anche molto più equi e non possono essere manipolati una volta attivati.

Ovviamente, come qualsiasi contratto, uno smart contract è valido solo quanto i termini e la logica al suo interno, ma supponendo che il contratto sia equo, allora uno smart contract verrà applicato con imparzialità.

7. Calcolo distribuito (^(Computing) Edge Computing^{(Edge Computing)} )

L' edge^(Edge) computing consiste nel fornire dati e servizi online il più vicino possibile a dove vengono richiesti o generati. L' edge^(Edge) computing è quasi l'antitesi dell'elaborazione "Big Data" in enormi centri informatici centralizzati, mentre l'edge computing avviene ai margini letterali della rete.

Ad esempio, i dati potrebbero essere elaborati sul tuo PC locale prima di essere inviati a una posizione centrale per essere aggregati. Ciò significa che puoi combinare la potenza di elaborazione dei dispositivi lungo i bordi della tua rete in un gigantesco supercomputer decentralizzato. Con miliardi di dispositivi IoT ( Internet of Things ) che raccolgono informazioni in case intelligenti, fabbriche e negozi, disporre di una potenza di calcolo sufficiente per elaborare tali dati è una vera sfida. L'edge^(Edge) computing offre un modo per soddisfare tali richieste, risparmiare sulla larghezza di banda e soddisfare rapidamente le richieste di dati.

8. Organizzazioni autonome decentralizzate ( DAO^(DAOs) )

Un'organizzazione, come un'azienda o un ente di beneficenza, ha una struttura centralizzata. C'è comando e controllo da parte di dirigenti e dirigenti a ogni livello per coordinare tutte le diverse persone che contribuiscono al lavoro che deve essere svolto.

Un DAO appiattisce l'intera struttura. Non ci sono CEO , CFO o cose del genere. Ogni membro dell'organizzazione ha una voce e decide quando i soldi vengono spesi dal tesoro e per cosa.

Le regole dell'organizzazione sono codificate utilizzando una tecnologia contrattuale innovativa in una blockchain senza autorizzazione (aka trustless). Non c'è bisogno dei complessi e costosi dipartimenti amministrativi che le organizzazioni tradizionali hanno sviluppato per far funzionare tutto. I DAO^(DAOs) rendono inoltre praticamente impossibile commettere frodi poiché ogni transazione e la sua cronologia sono aperte al controllo pubblico,

9. Apprendimento^(Learning) automatico e intelligenza artificiale^{(Artificial Intelligence)}

Negli ultimi anni abbiamo assistito al rapido aumento della tecnologia di apprendimento automatico e di altre aree significative dell'intelligenza artificiale. I nostri smartphone sono ricchi di queste tecnologie, ecco come funzionano applicazioni come Siri di Apple . Grazie a Natural Language Processing ( NLP ), puoi parlare con un agente intelligente e può analizzare ciò che stai chiedendo.

L'apprendimento automatico viene utilizzato anche per elaborare enormi quantità di dati in tempo reale per prevedere le nostre esigenze e il nostro comportamento. Grazie all'Internet^(Internet) of Things ( IoT ), disponiamo di dispositivi intelligenti connessi alla rete ovunque. Questo crea molte opportunità per raccogliere dati e ricavarne qualcosa di prezioso.

Diamo un'occhiata a servizi come Wolfram Alpha , che utilizza l'intelligenza artificiale per generare conoscenza dai dati. Abbiamo un assaggio di come potrebbe essere un web democratizzato con dati pubblici aperti a tutti.

10. Il Metaverso

Il Metaverse è un altro concetto mal definito che sembra si sovrapporrà e si collegherà con i concetti di Web3 , se mai dovesse realizzarsi.

Il Metaverse è una visione di come sarà la nostra futura interfaccia per il web. Dipende fortemente dalla realtà virtuale (VR) e dalla realtà^(Reality) aumentata (AR) per creare un'esperienza utente persistente e integrata. 

Nel Metaverso^(Metaverse) , gli oggetti digitali che possiedi si fondono con il mondo naturale e interagisci con il web in un modo molto più incarnato. È un po' come il mondo virtuale di Ready Player One , ma si spera solo un po' meno distopico.

Web3 ha serie sfide

La prevista terza generazione del web sembra eccitante sulla carta, ma le sfide pratiche impediscono di diventare una realtà, almeno nella sua forma pura e idealistica. Web3 rappresenta un livello di connettività mai visto prima su Internet. Per quanto complesso sia il web moderno, non è niente in confronto al numero di nodi coinvolti nello scenario Web3 incentrato su un web decentralizzato.

Tuttavia, il problema più grande con Web3 non è una questione di tecnologia ma di politica. Ci sono domande serie sulla privacy. Nonostante sia aperto al controllo pubblico, quali nuovi metodi di frode e manipolazione rende possibili? Possiamo allontanarci completamente da alcune autorità centrali? Web3 ha^(Web3) un concetto così radicale che ci vorrà del tempo prima di conoscere le risposte a queste domande e, in alcuni casi, i rischi di abbandonare sistemi collaudati potrebbero essere troppo alti per la sperimentazione.

10 Web 3.0 Examples: Is It the Future of the Internet?

WEΒ 3.0 (or as іt’s more commonly known “Web3”) is a relatively lоose set оf ideas about how the future web should look and operate. We are currently somewhere between the world of Web 2.0 and Web 3.0, and the exact shape оf the future web isn’t set by any means. We’ll explore what Web3 is and look at some specific examples of technologies that fit the Web3 mold.

The Internet and the Web are Different

One important fact you need to be aware of before we start any discussion on the web is that it’s different from the internet. The internet is the physical network equipment and computers that keep the world connected, along with the internet protocol describing how all these devices speak to each other. If you want to know more about internet architecture, check out Who Owns the Internet? Web Architecture Explained.

The web is one type of service (or group of services) that runs on the internet. It’s the most common user-facing part of the internet, but other services (such as FTP or BitTorrent) are not part of the web. They just share the same bandwidth.

The Evolution of the Web: Web 1.0 and Web 2.0 Explained

The World Wide Web first came into its own in the mid-90s. This is what’s now thought of as Web 1.0. Early websites were hosted in many places. Some were on large servers inside a company’s IT department, and others were hosted on people’s home computers. Web content wasn’t yet centralized into the giant data centers we know today.

Web 1.0 content mainly was “read-only” static Web pages that weren’t interactive. In other words, you’d visit a website to get information, but you wouldn’t give it any data back. That’s the defining difference between Web 1.0 and Web 2.0. 

With Web 2.0, information began flowing in both directions. This was the age of social media platforms and user-generated content. On this social web, end-users put their photos, personal information, and more onto social networks like Facebook and LinkedIn, where everyone could see it. 

Hosting services began to centralize into data centers owned by a small handful of powerful tech companies. Web browsers became so advanced that they could essentially run web applications with sophisticated 3D graphics.

User data is the most valuable commodity to these organizations, who use it to boost eCommerce or sell it to third-party players. Search engine giant Google is perhaps the most famous example. Still, companies like Microsoft and Amazon are invested in providing centralized web services that suck up personal data and convert it into profitable insights.

The Values of Web3

At its core, the idea of Web3 is a web that’s not controlled by a small number of central authorities. Whether these are governments or corporations is irrelevant, Web3 (theoretically) puts user data and web content into users’ hands. It also allows for a web where users can profit directly from their data and all that money moving around the web every day.

The term “Web3” was coined back in 2014 by Gavin Wood, a co-founder of the Ethereum blockchain, which we’ll be discussing a little later.

Web3 is meant to conform to specific values. For one thing, it’s decentralized and doesn’t have a central authority that owns all the data and profits from it. Web3 applications are open source. This means that everyone can transparently look at the algorithms and software functions in an app without the possibility of sneaking in back doors.

So, in summary, Web3 is a democratized web-based on an open-source application that gives users complete control of their data and the means to share in the profits generated by their content.

Tim Berners-Lee and the Old Web 3.0

There’s some confusion because another completely different concept named Web 3.0 was coined by “father of the web” Tim Berners-Lee. The World Wide Web Consortium (W3C) outlined Web 3.0 (the “Semantic Web”) as an extension to the Web technology standard.

The semantic web may be harder to wrap your head around than Web3. Still, it boils down to formal metadata standards that allow for all kinds of machine-to-machine operations, which in turn would allow for a semantic understanding of web content.

In practice, this Web 3.0 hasn’t become a reality, although modern web technology can already do some things that the Web 3.0 idea describes. We won’t say more about the semantic web here, but keep in mind that some things you might read under the label Web 3.0 is about something completely different than Web3, while “Web3” only refers to what we’re discussing here.

Now that we’ve cleared up the difference between Web 3.0 and Web3, let’s look at some web technologies that qualify as Web3.

1. Blockchain Technology

Blockchain technology is perhaps the one technology that most inspired the idea of Web3, and so it’s the most on-the-nose example. Many other Web3 technologies rely on a blockchain to work, so it is foundational to Web3.

For an in-depth explanation of blockchain technology, check out HDG Explains: What Is a Blockchain Database? But if you don’t have the time, here’s the gist of it.

The blockchain is a ledger or record of transactions. The blockchain exists in its entirety on multiple computers spread across the internet. Whenever a new “block” of transactions is added to the chain, all database copies must agree and be amended. All transactions are open to public view and permanent. 

Any attempt to meddle with the record corrupts the chain, and since validated copies of the database are spread all over the web, no central authority can control it. Blockchain technology can be used for any application to keep a record of transactions, but most people associate it with cryptocurrency, which we’ll tackle next.

2. Cryptocurrency

Cryptocurrency (also known as “crypto”)  is decentralized digital cash that isn’t controlled by any government or a central authority like a bank. Cryptocurrency uses blockchain technology to record how much currency there is and who holds what amount of it.

The supply of cryptocurrency is increased through “mining,” which provides computational power to run the blockchain in exchange for new currency. At least, that’s the way it works with “classic” cryptocurrencies like Bitcoin. In the case of the Ethereum blockchain, for example, end-users pay a “gas fee,” which is received by Ethereum miners who process transactions.

3. Initial Coin Offerings (ICOs)

Initial Coin Offerings are related to cryptocurrencies because the “coins” on offer are crypto. When you invent a new type of cryptocurrency (presumably with an exciting innovation), you need initial money to get the ball rolling.

People who put money into an ICO are buying your crypto while it’s not worth anything, hoping that, like Bitcoin and Ethereum, the value of the crypto will explode and make them a fortune overnight.

ICOs are sometimes sold more like shares in a company, although they confer no ownership to buyers. The value of the coins is then linked to how valuable the company or its products promise to be. This is why ICOs have been so popular with startups looking for alternative funding that doesn’t involve a bank, angel investors, or venture capital. 

There has been a lot of hype around ICOs, but scams have also plagued them, and many folks have lost their money. That’s because ICOs are not yet regulated the way an IPO (Initial Public Offering) is, and anyone can launch an ICO.

4. Non-Fungible Tokens (NFTs)

This is probably one you’ve already heard of, but NFTs are another cornerstone of Web3. NFTs are essentially a form of crypto, but each NFT is unique and cannot be exchanged for another. That’s what the non-fungible part of the name means. NFTs are linked to digital or physical assets in the same way that the paper title deed for a house represents ownership. 

One big catch is that any legal authority does not necessarily recognize NFTs, so ultimately, all you’re buying at this point is control over a string of letters and numbers. However, as NFT technology evolves and perhaps benefits from legislation, that may change.

If you’re interested to know more about NFTs, have a look at 5 Apps to Create NFTs on Your iPhone and How to Sell Them.

5. Decentralized Apps (dApps)

When you use a cloud-based service like Google Docs, you’re using a centralized app. Google has access to all the information in your documents, can read it all, and control it. The tradeoff is that we can store our information in the cloud, easily collaborate with others, and enjoy a long list of other cloud-app conveniences.

But what if you could have the advantages of these cloud services without submitting to a central authority? That’s where decentralized apps or “dApps” come into the picture. Most dApps use the Ethereum blockchain to do their online computation, and so that computation is paid for using Ethereum “gas” fees. 

However, dApps conform to Web3 requirements to be public, open-source, and secured through cryptography. So dApp users control their data and who can see it while benefiting from cloud-based computing power to run whatever function a specific dApp is designed for. If you want to see what dApps are available, check our State of the dApps, which record the most important ones.

The Ethereum blockchain is designed to support Web3 technologies from the ground up and even has a dedicated JavaScript library called Web3.js to help developers get going with their Web3 projects quickly.

6. Smart Contracts

If you buy a car today and take a loan from the bank to do it, there’s a lot of paperwork involved. The bank sets up a contract with you describing the rights and obligations of both parties. According to the contract, if you default on your payment, the bank has to enforce specific actions (such as repossessing the car) according to the agreement.

Smart contracts can do precisely the same job, but they don’t require a central authority to enforce or monitor anything. It all happens automatically according to the rules and logic of the contract.

Smart contracts make it possible to provide financial services, or draw up legal agreements between parties, in a much more affordable way than traditional contacts. They are also much fairer and can’t be manipulated once activated.

Of course, like any contract, a smart contract is only as good as the terms and logic within it, but assuming that the contract is a fair one, then a smart contract will be enforced with impartiality.

7. Distributed Computing (Edge Computing)

Edge computing is all about delivering online data and services as close to where it’s being requested or generated as possible. Edge computing is almost the antithesis of “Big Data” computing in massive centralized computer centers, whereas edge computing happens at the literal edges of the network.

For example, data might be processed on your local PC before being sent along to a central location to be aggregated. This means you can combine the processing power of devices along the edges of your network into one giant decentralized supercomputer. With billions of IoT (Internet of Things) devices collecting information in smart homes, factories, and retail stores, having enough computing power to process that data is a real challenge. Edge computing offers a way to meet those demands, save on bandwidth, and deliver on data requests quickly.

8. Decentralized Autonomous Organizations (DAOs)

An organization, like a business or charity, has a centralized structure. There’s command and control from executives and management at every level to coordinate all the different people who contribute to the work that has to be done.

A DAO flattens out that entire structure. There is no CEO, CFO, or anything like that. Every member of the organization has a voice and decides when money is spent from the treasury and on what.

The organization’s rules are encoded using innovative contract technology in a permissionless (aka trustless) blockchain. There’s no need for the complex and costly administrative departments that traditional organizations have developed to keep everything going. DAOs also make it virtually impossible to commit fraud since every transaction and its history is open to public scrutiny,

9. Machine Learning and Artificial Intelligence

In the past few years, we’ve seen the rapid rise of machine learning technology and other significant areas of artificial intelligence. Our smartphones are packed with these technologies, which is how applications like Apple’s Siri work. Thanks to Natural Language Processing (NLP), you can speak to an intelligent agent, and they can parse what you’re asking for.

Machine learning is also used to process massive amounts of data in real-time to predict our needs and behavior. Thanks to the Internet of Things (IoT), we have intelligent network-connected devices everywhere. This creates many opportunities to gather data and make something valuable from it.

Let’s look at services like Wolfram Alpha, which uses artificial intelligence to generate knowledge from data. We get a taste of what a democratized web with public data open to everyone could be like.

10. The Metaverse

The Metaverse is another ill-defined concept that looks like it will overlap and interlink with Web3 concepts, should either ever come to fruition.

The Metaverse is a vision of what our future interface to the web will look like. It depends heavily on virtual reality (VR) and Augmented Reality (AR) to create a persistent and integrated user experience. 

In the Metaverse, the digital items you own blend with the natural world, and you interact with the web in a much more embodied way. It’s a little like the virtual world of Ready Player One, but hopefully just a little less dystopian.

Web3 Has Serious Challenges

The predicted third generation of the web sounds exciting on paper, but practical challenges stand in the way of becoming a reality, at least in its pure, idealistic form. Web3 represents a level of connectivity that’s never before been seen on the internet. As complex as the modern web is, it’s nothing compared to the sheer number of nodes involved in the Web3 scenario focusing on a decentralized web.

However, the biggest problem with Web3 is not an issue of technology but one of politics. There are serious questions about privacy. Despite being open to public scrutiny, what new methods of fraud and manipulation does it make possible? Can we completely move away from certain central authorities? Web3 is so radical in concept that it will be some time before we know the answers to these questions, and in some cases, the risks of abandoning tried-and-tested systems might be too high for experimentation.

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